Cornuta e Bastonata, in quanti si potrebbero riconoscere in questa storia

25 anni sono passati, da quel sì tanto sognato. Peccato che pian piano il sogno si sia infranto.
Sono stata ingenua e sciocca. Tutte le mie amiche mi avevano avvertito. Tutte mi avevano detto che non era tanto serio, il mio Paolo, mio … !? Alla fin fine era il Paolo di Anna, Maria, Cinzia, Nicoletta,…
I primi mesi del nostro matrimonio passavano come in un sogno, almeno per me. Credevo di avere ottenuto ciò che da bambina sognavo. L’uomo che mi amava, sposava per poi mettere su famiglia, ma quando iniziai a chiedere a Paolo di fare un figlio, iniziai a svegliarmi. Non era più così carino, premuroso. Spesso tornava a casa suscettibile. Non voleva parlare di figli, non voleva parlare della giornata passata, voleva solo mangiare e poi guardare la tivù. Qualche volta tornava pure a casa alquanto tardi, sostenendo che aveva incontrato un incidente, aveva incontrato un vecchio amico, aveva dovuto aiutare il capo … Gli ho sempre creduto, SEMPRE … Finché non trovai un capello biondo su la sua maglia nera. Nego e mi diede pure uno schiaffo per avere lo messo indubbio. Era il primo schiaffo, di tanti schiaffi, botte e spinte. Pensai fosse colpa mia. Non fosse abbastanza premurosa, non brava come cuoca come la sua “mami”, non abbastanza femmina, ma le mie amiche mi dicevano che non era per via mia, non c’era niente che non andava in me, era lui quello sbagliato.
Ci ho messo, tanto, troppo per vedere chi era realmente Paolo, sicuramente ero troppa innamorata, o semplicemente ingenua, troppo ingenua. Paolo ha portato a casa capelli biondi, rossi, neri lunghissimi … Paolo chiamava dalla cantina, dal bagno, Paolo andava a spasso col cane appena rientrava dal lavoro, prima di cena, dopo cena … era sempre più spesso fuori col cane che in casa!
Un giorno che non ne potevo più sono andata dai miei e ho raccontato tutto, dei tradimenti, dei schiaffi, delle umiliazioni, delle spinte fuori dal letto perché non volevo fare certe cose … Ho pianto, abbiamo pianto, anche papà.
Asciugato le lacrime, ha chiesto di seguirlo nel suo studio per parlarmi a quattro occhi. Ha chiesto cosa volevo fare, anche se secondo lui così non potevo, non dovevo andare avanti. Ho chiesto di accompagnarmi a casa, a prendere le mie cose. Abbiamo scritto la lettera insieme, la lettera che abbiamo poi lasciato su la tavola della cucina.
Paolo è andato su tutte le furie. Non aveva trovato la cena pronta. Aveva trovato la casa vuota, la camicia preferita non stirata e la borsa per la palestra non era pronta! Giorni dopo mi ha scongiurato, pregato di ripensarci.
Paolo mi ha solo visto con l’avvocato e mai più da sola. Non mi fido, se ne leggono tante e visto i precedenti!!!
Ora lavoro, part time, faccio volontariato, in ospedale e vado pure in palestra, un’altra palestra di Paolo. Io mi alleno, non ci vado per conoscere qualcuno, ci vado per sfogarmi, per imparare e migliorare le mie tattiche di combattimento. Strano ma vero, chi l’avrebbe mai detto o osato pensare, che io, piccolina, avrei iniziato a seguire dei corsi di Kick Boxing!
E l’amore … se esiste, deve attendere, non sono pronta, se sarò mai pronta perché le mie amiche si sono aperte, si sono sfogate con me e su 5 amiche, solo 1 (dice) di essere felicemente sposata. 1 ha l’amante, un’altra dice che lui ha l’amante, 1 si è scoperta “lesbica” e la quarta, la quarta sta per separarsi, ha trovato il coraggio dopo che me ne sono andata io…