Nelle donne, in primavera aumenta il desiderio sessuale

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Secondo uno studio di una universita’ norvegese, condotto su un campione di 2400 persone, sposate ed in coppia, con una eta’ compresa tra i 30 e i 55 anni, alla domanda relativa alla stagione migliore per fare sesso, ben l’80% delle donne, ha scelto la primavera. Le ragioni di questo risultato sono da addebitare ad una maggior quantita’ di luce che caratterizza le giornate della primavera e anche ad una maggior quantita’ di profumi floreali che aiutano ad aumentare il desiderio sessuale, in realta’ il sole, aumenta la quantita’ di serotonina e di dopamina, sostanze che accendono l’appetito sessuale, inoltre le calde e assolate giornate, favoriscono il benessere psicofisico in generale e contribuiscono a diminuire lo stress, infatti la donna preferisce fare l’amore in momenti di tranquillita’, (tipo la sera dopo una giornata pesante), mentre l’uomo preferisce l’alba, momento in cui subisce un automatico aumento del testosterone, fino al 30%. Pertanto, carissime donne, non meravigliatevi se vi sentirete sessualmente piu’ attratte dal vostro fidanzato, marito o amante, perche’ tutto cio’ rientra in un normale andamento del vostro corpo e dal piano stabilito della natura che in fondo mira essenzialmente alla conservazione della specie.

Più precisamente, chi fa della magia nera cerca di sottomettere le entità del cosmo al proprio volere (sovvertendone le leggi), chi fa della magia bianca sottomette invece la propria volontà alle leggi del cosmo. Ciò significa che per operare in armonia con l’universo occorreva sviluppare un senso morale basato sull’obbedienza a Dio e sul rispetto della sua volontà.
E poiché si pensava che la volontà divina coincidesse con la razionalità oggettivata del mondo, la magia bianca si proponeva di preservarla, e anzi di favorire la sua naturale evoluzione. La magia bianca si inseriva così nell’ottica tipica dei pensatori rinascimentali, i quali ritenevano che tutta la creazione, corrottasi a causa del biblico peccato originale, tendesse a ritornare verso la perfezione originaria. Come l’uomo tende verso la divinizzazione, così ogni elemento tende a ritornare verso la meta cui è stato assegnato (o entelechia), secondo la concezione aristotelica mescolatasi con quella platonica. Si cercava in un certo senso di risolvere la materia nello spirito; la magia bianca finì in tal modo per coincidere con l’alchimia, che si prefiggeva di costruire la pietra filosofale, al fine di trasmutare i metalli in oro, considerato la meta naturale di ogni elemento. L’oro era ricercato non a scopi di avidità o di possesso, ma per le sue proprietà intrinseche, essendo tra i metalli quello più incorruttibile (cioè più resistente al tempo), oltre ad essere un ottimo catalizzatore da usare nelle reazioni chimiche.
Gli interessi suscitati dalla magia bianca, rivolta esclusivamente allo studio della natura e al rispetto delle leggi in essa presenti, funsero così da apripista alla chimica moderna. L’opera dell’alchimista consisteva infatti essenzialmente nello studio empirico delle sostanze elementari e in esperimenti scientifici su di esse. Egli ne cercava le proprietà operando all’incirca come un chimico, catalogandole, tentando miscugli, introducendo nel suo lavoro fornelli ed alambicchi che saranno poi gli strumenti principali utilizzati dalla chimica come la intendiamo oggi.

 

 

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