Quando l’amore ti uccide veramente
Storia di questi giorni, la morte dell’ex fotomodella di Firenze, uccisa dal compagno che aveva già denunciato ma dal quale non si poteva staccare.
Ai più può sembrare una follia, sia dell’omicida che della ex fotomodella, la follia di entrambi, si anche di lei.
Quanti di noi si saranno domandati, ma perché non se ne è andata?
La risposta non è semplice, ma neanche così complessa. Nel nostro lavoro, tutti i giorni, parliamo con persone, uomini e donne, ossessionati dall’altro.
Di solito donne con una cultura superiore che si innamorano dell’uomo scialbo, o senza cultura, o addirittura di basso contesto sociale, o donne bellissime, come nel caso della ex fotomodella di uomini bruttissimi, o viceversa,anche alcuni uomini non sono immuni a questo sentimento.
Non so come chiamarlo, se ossessione o follia, so soltanto che in molti casi, assistiamo a situazioni non identiche, ma molto simili.
Ma possiamo definirlo amore? troppo spesso si confondono i sentimenti, l’ossessione per una persona , nasce dall’inconscio, moltissime volte da una svalutazione della propria persona.
E’ come se qualcosa o qualcuno dentro di noi ci dicesse, io non valgo e siccome non valgo vado alla ricerca di qualcuno che mi valuta e comincio da qualcuno inferiore a me, ma se questo qualcuno non ci valuta abbastanza ecco che scatta il meccanismo dell’ossessione: se lui non mi valuta abbastanza, lui che è inferiore a me, allora è vero non valgo, ,a siccome è inferiore a me deve valutarmi per forza, e da qui comincia la ricerca affannosa della ricerca di conferma della valutazione propria. Certo spiegato così risulta come un tentativo di scimmiottare la psicologia. Non è mia intenzione, è solo frutto di pensiero e di esperienza di vita. Quanto ci rientra la sensitività o la cartomanzia, non so dirlo. Noi siamo il frutto del nostro intelligere, della nostra fantasia, della nostra sensitività e del nostro vissuto. Riuscire a spiegare certi fenomeni non è facile, a volte si captano dei segnali, a volte non si captano, ma storie di svalutazione di donne belle e intelligenti ne viviamo fin troppe.
Ora senza andare a toccare la psicologia, né far gridare allo scandalo vari luminari, parlando solo di esperienza e su quella nessuno può interferire, vi garantisco che di casi del genere, magari senza arrivare al disgustoso atto di omicidio degli interpreti, di questi casi ne vediamo, ogni giorno, tutti i giorni. da anni.
Riuscire a far capire a una persona che la strada che sta percorrendo è una strada di sofferenza è un’impresa difficilissima.
Quando si cade nel vortice dell’ossessione, che troppi lo chiamano amore, ma amore non è, ecco che scatta nella persona che la sta vivendo un sentimento di frustrazione, la ricerca affannosa di uscire da quella frustrazione e il cercare a tutti i costi il riconoscimento da parte dell’altro, e tutti i costi significa anche umiliarsi e prendere botte, anzi più umiliazioni si hanno, più si cade in basso.
Cosa succede invece dalla parte dell’omicida, siccome anche lui è un frustrato, e si sente inferiore è alla stessa ricerca di affermazione del se e di fronte a una di rango superiore cerca di affermare se stesso non attraverso l’intelligenza ma attraverso la forza. Qui poi subentra una ulteriore affermazione del se, l’altro visto non più come una persona ma come un oggetto di proprietà da usare a proprio piacimento. L’annullamento della personalità della vittima procura al carnefice la soddisfazione della propria affermazione che diventa come una droga, con bisogno urgente di sfogare la propria rabbia non più su una persona ma su un sacco di carne senza anima, visto che da parte della vittima non solo non c’è reazione, o la reazione è minima, ma c’è dipendenza. Quindi a questo punto la vittima è spregevole, visto che non si ribella, e quando diventa troppo spregevole, il senso del disgusto, da parte del carnefice prende il sopravvento e aumenta le dosi, giorno dopo giorno, il resto lo abbiamo visto…purtroppo 🙁
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