Sesso Giovanile: la Non Verginità è importante

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Se un tempo la verginità nelle ragazze rappresentava un valore, un qualcosa addirittura da portare in dote fino al matrimonio, oggi tutto ciò si e’ terribilmente ribaltato, sta accadendo, (almeno nella città di Milano) che la verginità diventa invece un ostacolo alla vita sociale di una ragazza, (di 14-15 anni) Ecco che avviene la corsa al primo rapporto sessuale, come si trattasse di un traguardo da raggiungere il più presto possibile. l’emancipazione femminile corre frenetica a discapito della moralità, del rispetto per se stesse e a dispetto delle piu semplici regole che i genitori danno, credono di dare e che forse non hanno mai dato. Le ragazzine hanno un atteggiamento quasi demoniaco verso il sesso, che diviene essenziale come la borsa firmata, o l’ultimo telefonino uscito sul mercato, allora ci si chiede il perché o quali sono i motivi di certi comportamenti sicuramente non accettabili e condivisibili, e’ pur vero che i tempi cambiano ma perché devono cambiare sempre in peggio? Se a Roma la cronaca ci ha offerto storie che fanno rabbrividire, con ragazzine che si sono prostituite senza troppi problemi, per vestire firmate o per avere un tablet o oggetti similari,
a Milano, le ragazzine vivono come allo stato brado, (fanno ciò che vogliono e scelgono ci che vogliono), vivono nei pascoli di un mondo tutto loro, sotto il cielo grigio della indifferenza o noncuranza di padri, madri e fratelli. Queste mie preoccupanti riflessioni nascono da una inchiesta de Il Fatto Quotidiano, che ha realizzato un interessante articolo riguardo il rapporto che hanno le giovani ragazze e future donne con il sesso e la loro prima volta, ne esce un quadro davvero deprimente, deplorevole, misto a stupidita’ e insensibilità, propongo l’articolo cosi come l’ho letto, (l’articolo e’ del 5 marzo 2014 ma di grande attualità).

Sesso a 14 anni, le adolescenti raccontano: “Se non ti fai sverginare sei una sfigata”

La partita di pallavolo è appena cominciata e seduti per terra, in palestra, ci sono un po’ di ragazzi che usano “l’ora buca” per fare un tifo svogliato. C’è anche la professoressa di educazione fisica, che annota con una bic blu le assenze sul registro. A interrompere tutti è una ragazza di quinta ginnasio, che invade il campo: “Finalmente mi hanno stappata!”, urla, correndo attorno alla rete con le braccia alzate. “Sì, sì: mi hanno sturata ieri sera”. È settembre 2013. E Margherita (nome di fantasia) celebra così, davanti a compagni di scuola più e meno intimi, la perdita della sua verginità. A raccontare l’episodio è Chiara, che studia nello stesso liceo milanese e che quella mattina giocava nel ruolo di alzatrice. Reazioni? “Non molte. La prof l’ha guardata male, la maggioranza di noi l’ha ignorata e qualcuno le ha fatto i complimenti”. In fondo, Margherita ci ha messo un anno intero per riuscire nella missione. Chiara spiega come funziona: “All’inizio della quarta ginnasio si fa la conta. Di solito, solo tre o quattro ragazze arrivano al liceo già sverginate. La regola è che bisogna liberarsene entro l’anno successivo. Per questo, a fine estate, ci sono un sacco di noi che vanno col primo che passa, giusto per non sforare i tempi. Perché a settembre si fa il bilancio”. Chiara, capelli biondi alle spalle, occhi castani col mascara nero sulle ciglia, stelline disegnate a penna sul polso, è una delle pochissime ragazze della sua classe a essere ancora vergine. “Se sei una persona sensibile, vivi molto male il fatto di non averla ancora data. È vero: se non sei carina, se non segui la moda, vieni un po’ emarginata. Ma è il sesso l’unico argomento che tiene banco, l’unica carta d’accesso per restare nel gruppo. O sai quello di cui parli, o ti escludono per davvero. Ti trattano come una bambina, ti lasciano fuori dal gruppo, ti prendono sempre per il culo, come fossi una sfigata”.

 

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