L’infedeltà: una questione di genetica

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L’articolo degli studi che andrò a riportare dopo questa prefazione, sottolinea che la infedeltà nella coppia “potrebbe anche” dipendere da motivi genetici, (ovvero da particolari geni presenti nel dna di certe persone, invece assenti in altre), ho usato il condizionale perché lo studio non e’ definitivo e non tutti concordano su questa teoria, la tendenza preminente degli esperti e’ quella delle “colpe di tipo genetico”, ho usato il termine “anche” in quanto non esisterebbero solo fattori genetici, ma altre “spinte al tradimento”, come quelle ambientali e quelle psicologiche.
In particolar modo per gli uomini, (come ho riportato in un precedente articolo), esiste un vero e proprio “programma” che lo induce a pensare sempre al sesso, se aggiungiamo anche questa nuova teoria, la frittata e’ fatta: ne uscirebbe un uomo “meno colpevole” o “meno direttamente responsabile” del tradimento, attenzione, questo non puo’ e non deve diventare un alibi per il tradimento ma cambierebbe il senso della scappatella, da “volontaria” si passerebbe a quella di natura “colposa”. Ho sottolineato con chiarezza che queste novità in ambito neurologico non possono diventare un alibi, pero’ possono far capire ad ognuno di noi che il disegno della natura e’ quello di garantire la continuità della specie umana, non si può certo mettere in discussione questo piano strategico di chi ci ha creato, non si può modificare con uno schioccare di dita la evoluzione umana di centinaia di milioni di anni, bisogna creare un compromesso fra i voleri della natura e la nostra scelta di vivere in coppia, dove ognuno deve assumersi le responsabilità del proprio ruolo giorno per giorno, cercando di stare più in equilibrio possibile tra ciò che e’ giusto e sbagliato nel rapporto di coppia. Anche la legge, (mi riferisco ad alcune sentenze della Cassazione Italiana), hanno pur indirettamente hanno considerata che il sesso sia una esigenza importante e fondamentale dell’uno o dell’altro coniuge, fino al punto che quando viene a mancare una normale attività sessuale, il coniuge che tradisce e’ in un certo senso “giustificato”, mentre al coniuge che non contribuisce alla attività sessuale, viene addebitata la colpa della separazione stessa. Tornando al nocciolo della questione ecco l’articolo, (da today.it. rubrica-donnatoday del 31 marzo 2015):

Sesso, l’infedeltà di coppia è questione di dna: parola di esperti
Gli esperti sono concordi nel sostenere che esistano dei ‘geni della scappatella’ che, sebbene non debbano essere considerati gli unici responsabili, rientrano nella categoria dei colpevoli del tradimento del partner.
Qualche tempo fa, il tradimento del partner quale irrimediabile inclinazione genetica era era stato prospettato dagli studiosi della Florida come una possibilità niente affatto remota, vista la positività di alcuni esperimenti effettuati sulle cavie da laboratorio che ne confermavano l’attendibilità.

Adesso si ritorna sull’ argomento e a confermare che ‘infedeli si nasce’ per colpa di un dna galeotto sono stati gli esperti riuniti al 23esimo Congresso dell’Associazione europea di psichiatria che si è tenuto a Vienna, i quali, per quanto siano stati cauti nel formulare un concetto generale di infedeltà genetica, hanno comunque lasciato aperta la possibilità.

“Per ora è un’ipotesi da verificare e non deve certo diventare un alibi” ha ammonito Marcel Waldinger della Utrecht University olandese che però ha ammesso che “il puro approccio psicologico al tema dell’infedeltà non è più valido, perché è stato sfidato da nuovi dati scientifici che chiamano in causa fattori neurobiologici e genetici”, teoria supportata anche dall’americano Richard Balon della Wayne State University di Detroit che, dal canto suo, ha sostenuto come “a rendere più inclini alla fedeltà o al tradimento potrebbero essere particolari assetti genetici dei sistemi della dopamina e dell’ossitocina”.

Non a caso questi neurotrasmettitori vengono considerati, il primo, l’ormone del piacere,della ricompensa, della curiosità di nuove emozioni – è coinvolto nell’innamoramento, ma anche nell’assunzione di droghe e alimenti come il cioccolato o la pizza – e il secondo, l’ormone dei legami, delle coccole materne e degli abbracci. L’ipotesi, dunque, è che una variabilità nei geni che regolano i due circuiti possa predisporre a comportamenti sessuali differenti, quali la stabilità di coppia o il bisogno di esplorare.

Ricerche che provano a scavare in un’eventuale genetica del tradimento sono state condotte anche su coppie di gemelli identici, sia uomini che donne, arrivando alla conclusione che condividere lo stesso dna sembra predisporre a tassi di infedeltà molto simili, per quanto l’argomento resti un campo aperto: “Il problema principale” – osservano Balon e Waldinger – “è che condurre studi scientifici sul tradimento è difficile. Non sono molte le persone disposte ad ammettere una relazione sessuale al di fuori della coppia, per cui è complicato raggiungere numeri in grado di produrre risultati statisticamente significativi. Quindi si può dire che alcune prime indicazioni su un possibile legame fra geni e infedeltà ci sono, ma vanno approfondite”.

Ma “le cose non sono mai bianche o nere” ricordano ancora gli studiosi e “i geni non funzionano senza l’ambiente”, poiché “a determinare i comportamenti sessuali è un mix di fattori genetici ma anche biologici, culturali, storici, psicologici e religiosi” fa notare lo psichiatra americano per il quale l’abitudine ad avere più partner può nascondere anche ragioni di natura evolutiva, come “il bisogno biologico di ‘disseminare’ il più possibile il proprio materiale genetico per perpetuarlo nel tempo di generazione in generazione

 

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