Lucia era una donna bella, ma non bellissima, forse era appariscente perché era sempre gioiosa, gentile verso chiunque. Dove si trovava, si notava. Scherzava con tutti e parlava con tutti, di tutto e di più. Era di buona famiglia, ma non lo faceva pesare. Bensì si capiva da come si muoveva, parlava, vestiva. Lucia aveva anche tanti corteggiatori, Mario il banchiere, Giovanni il postino e persino quel gran pezzo di Fabio, che aveva avuto la fortuna di nascere in una famiglia ricchissima. Lucia che aveva avuto un po’ di storie finite male, soprattutto l’ultima pochi mesi prima del matrimonio, non ne voleva sapere, per ora, di rimettersi in gioco. Sorrideva coi complimenti che le facevano, i bigliettini che le lasciavano nella serranda del negozio ed i bouquet che ogni sabato mattina trovava davanti alla porta di casa.
I bigliettini riportavano calligrafie diverse, ma i bouquet erano chiaramente del solito. Di chi erano, non lo sapeva, finché un giorno Fabio le chiese se le piacevano le orchidee nere e tre giorni dopo le trovò davanti al portone.
Lucia era lusingata dalle attenzioni di Fabio, ma Fabio era anche colui di cui non si sarebbe mai potuto innamorare. Fabio era un dongiovanni, aveva avuto una sfilza di donne e più che altro, non lavorava. Non aveva mai lavorato in vita sua. Lì per lì Fabio non capiva. Finora tutte le donne erano cadute ai suoi piedi. Qualcuna subito, qualcuna dopo essere stata corteggiata per mesi, comunque, alla fin fine, tutte erano cadute per il suo charme! Lucia no, Lucia non si faceva conquistare. Per un po’ i fiori non vennero più lasciati davanti al portone e Lucia ne fu sollevata.
Due mesi dopo, sulla sua macchina, trovò una rosa, rossa, con un gambo lunghissimo. Era bellissima. Si guardò intorno ma non ci fu nessuno, attese un po’ perché si aspettava che d’un momento all’altro sarebbe apparso Fabio. Era una rosa costosa e sicuramente il misterioso ammiratore era lui!?
Tre giorni dopo la prima chiamata notturna. Qualcuno la chiamò alle due di notte, senza parlare. Dall’altra parte della linea c’era un silenzio tombale. Una settimana dopo erano le tre. Di nuovo Lucia venne svegliata in pieno sonno, di nuovo non fu detto niente. Poi niente, niente per settimane, finché una domenica mattina, saranno state le cinque arrivò una prima chiamata muta, una seconda, una terza …
Lucia decise di affrontare Fabio. Lucia era convinta che poteva solo essere Fabio. Fabio il conquistatore d’oro che era per la prima volta andato a vuoto.
Fabio rise, rise con gusto, negando chiaramente tutto. Nego anche di avere lasciato la rosa. Anzi, fosse stato lui, ci sarebbe stato un mazzo di rose sulla sua macchina, uno per ogni anno di vita! Il che non tranquillizzò affatto la Lucia. Lo evitava sempre di più e più lo evitava, più chiamate notturne arrivavano … non solo … le arrivavano anche dei regali. Inizialmente solo peluche o cuoricini di porcellana o cristallo, finché un giorno non arrivo un completino sexy, o meglio volgare.
Lucia aveva anche la sensazione di essere inseguita.
Aveva la netta sensazione che qualcuna la seguiva, la teneva d’occhio, gironzolava in torno a casa sua.
Lucia affrontò ancora Fabio, questo giro insieme alla sua migliore amica. Fabio negò di nuovo tutto. Rise, inizialmente, poi si arrabbiò talmente tanto che imprecò pure.
Offese la Lucia, dicendo che lui, Fabio poteva avere chiunque e mica ci stava sveglia la notte se una “vecchia zitella, sclerotica, neanche troppo carina” lo rifiutava!
La mattina dopo, suonarono alla porta, ma non c’era nessuno, solo una busta della spesa, del suo stesso negozio. Nella busta c’era una lettera, scritta con una calligrafia che non aveva mai vista prima d’ora. Non era neanche la solita letterina carina, come qualcuno le metteva nella serranda. Era una lettera cattiva.
L’autore le ne diceva di tutti i colori. Riferiva anche al fatto che l’aveva sentito chiedere a Fabio di smettere di corteggiarla. Diceva che era una stupida oca, che non capiva niente, ma proprio niente. Doveva smettere di credere o di sperare che un Fabio potesse volerla. Doveva scendere dal piedistallo. Che le lasciava lui i doni, che lei chiaramente non gradiva. Non aveva mai notato il completino sexy (!!!) sullo stendi biancheria!
Allarmata Lucia andò dritto dai Carabinieri. Le chiesero di segnare ogni contatto, telefonico, ritrovamento dei bigliettini ecc
Lucia pian piano cambiò. Non era più la donna solare che era sempre stata. Era diventata suscettibile e piangeva per un nonnulla.
Un giorno trovo un biglietto sul sedile della macchina. Una macchina di cui era certa che aveva chiuso, una macchina che aveva un allarme che scattava come uno lo sfiorava anche solo leggermente!
Lucia tornò dai Carabinieri. Fece una denuncia verso ignoti, accennando comunque al povero Fabio. Il telefono le fu messo sotto controllo.
Due giorni dopo un uomo, che qualche volta capitava in negozio, l’aggredì verbalmente davanti a casa. “Come ti permetti di andare dai Carabinieri, troia … Chi ti credi di essere? Voglio solo uscire con te. Pensavo che eravamo fatti l’uno per l’altra …!” Fortunatamente, Fabio, che si era messo a fare l’ombra alla Lucia, intervenne prima che “l’aggressore” le strinse il collo.
L’uomo era un vecchio conoscente dei Carabinieri. Già aveva avuto altre denunce. Almeno altre tre donne avevano subito le molestie sue. Qualcuna era pure finito in ospedale per le botte ricevute. Lucia era stata fortunata. Fortunata nel avere avuto un ombra come Fabio che l’aveva protetta e smascherato lo stalker.
Donne state sempre attente. Attente a chi dare confidenza e soprattutto non sentitevi in colpa, se diventate vostro malgrado, vittima di uno stalker. Denunciate sempre.
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