Sono omosessuale o è solo un periodo?

Una storia vera raccontata da una nostra cliente

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Mi chiamo Anna, ma mi sento Danilo, da sempre. Non mi sono mai piaciuto i vestitini che mi mettevano, volevo i pantaloni. Non mi piacevano i fiocchetti nei capelli e soprattutto ho una netta repulsione per il colore “ROSA”.
Ho sempre giocato con i giocattoli dei miei fratelli, anche se mi regalavano bambole, passeggini, i classici libri per le “bambine” giocavo con le macchinine, a pallone, coi soldatini e soprattutto toglievo i fiocchi dai capelli.
Poi arrivò il tempo che le mie compagne di classe iniziavano a parlare dei ragazzini. A me i ragazzini interessavano, ma solo per le partitelle, per andare a fare un escursione o qualche scherzo al contadino, quello più rabbioso, quello che ci correva sempre dietro col forcone.
Sono stata l’ultima ad avere avuto il “primo” bacio, l’ultima ad essermi fidanzata e soprattutto, l’ultima ad avere fatto l’amore. Tutte le mie amiche ne avevano parlato bene, come se fosse chi sa che. A me, non era piaciuto per niente, ma proprio per niente. Già l’essere baciata, abbracciata non mi piaceva troppo, figuriamoci fare l’amore con Andrea. Inizialmente pensavo che fosse un problema mio, perché avevo paura, paura di non essere all’altezza, paura di non saperne tanto quanto le altre, quelle che avevano già avuto più di un ragazzo, quelle che lo avevano già fatto a 16 anni! Non ne parlavo con nessuno. A casa non si poteva parlare di queste cose e con le amiche non volevo fare la figura della tardona. Dopo mezz’anno Andrea mi lascio e ne fu sollevata. Tutti dispiaciuti, più di me!!! Ho baciato qualche altro ragazzo, in discoteca, dopo qualche drink o birretta. Erano pure bei ragazzi, ma i baci non sapevano di niente.
L’illuminazione arrivo dopo avere visto coi amici una puntata del Grande Fratello. C’era stato quel bacio, quelle coccole tra le due donne e Veronica che era una pazza scatenata voleva provare, ciò che provavano quelle due della tivù. Scelse me, per il bacio. Lì per lì protestò al quanto. Tutti a guardarci, tutti a ridere, ad incitare. Cedette, a malincuore, ma che scoperta. Mi piaceva. Sentivo un fuoco dentro. Ne avrei voluto altre, come le coccole e chi sa cos’altro. Ne fu sconvolta. Non ci dormì la notte. “Forse mi piacciono le donne!?”
Pian piano dimentico quel bacio. Conobbi Dario, un uomo stravagante, ma dolce come il pane. Dario era molto diverso dagli altri. Aveva mille attenzioni per me ed innanzi tutto, non aveva fretta. Forse feci veramente l’amore, per la prima volta, con lui. Era divertente. Fingevamo di essere qualcun altro. Era sempre eccitante. Abbiamo messo su casa, programmato un viaggio attraverso la Spagna, filava tutto liscio. Ai miei Dario piaceva sempre di più, persino il nonno fascista si era affezionato al comunista settentrionale!
A Barcellona arrivò la grande litigata. Colpa la Sangria, baciai una bella spagnola, davanti a Dario. Inizialmente Dario rise, ma vedendo che continuammo a baciarci, mi strappo via dalla ragazza e mi trascino via dalla pista da ballo. Per giorni mi ha tenuto il broncio. Io non sapevo cos dire, o pensare. Mi piaceva Dario, ma non dispiaceva baciare una donna. Tornata dalle ferie sono andata a parlare con un analista, anzi parlo con un analista. Lui mi ha portato a pensare che forse sono lesbica, ma non voglio esserlo. I miei non capirebbero, i miei amici? I vicini? Dovrei andare ad abitare in un’altra città, cambiare lavoro per cosa, per chi? Per me? E se non trovo nessuna compagna, e se non sono veramente lesbica, ma solo a metà? Certo se a scuola, a casa erano stati più aperti, più “moderni” ora non mi ritroverei sicuramente in questa situazione. Forse ero lesbica al 100%.
Dario ed io non abbiamo più parlato di quel giorno. E’ come se non fosse mai successo. Cerco di non pensarci più e sto pure più attenta all’alcool fuori casa. Non voglio più baciare nessuna donna, non voglio più sentirmi sporca, non voglio più lo sguardo inorridito di Dario…

 

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